La fine del 2022 la ricorderò per la polemica (comunque ricorrente nel tempo) sul tetto al contante, sull'utilizzo del POS e le commissioni delle Banche che hanno l'ardire di offrire un servizio a consumatori e commercianti non per beneficienza ma addirittura richiedendo che questo venga remunerato. Dove andremo a finire, signora mia?
In effetti, sulle teste di autonomi e partite IVA pende la spada di Damocle dell'onta di evasori, e le malelingue sostengono che in realtà la reticenza al POS sia più che altro motivata dalla necessità di rendere tutti i pagamenti tracciati e non poter più evadere.
In Italia però, soltanto il 70% degli autonomi evade [fonte1 fonte2], sottraendo al fisco Italiano appena appena 27,65 miliardi di euro, a differenza dei lavoratori dipendenti che riescono ad evadere 4,4 miliardi scegliendo loro stessi di lavorare in nero e non perché costretti dalle condizioni proposte dai propri datori di lavoro e autonomi sopracitati.
Cionondimeno, triangolando alcune fonti - citate in fondo - attraverso una semplice ricerca internet, in effetti io credo di aver compreso perché i commercianti sostengono di rimetterci una cifra sconsiderata con l'utilizzo del POS.
Infatti, analizzando giusto 5 offerte di altrettanti competitor sui pagamenti digitali, e considerando una spesa di €2 per caffè e cornetto in un bar, il commerciante - a seconda del POS adottato - si vedrebbe eroso quanto segue:
POS UniCredit (€0 fino a €10 | 0,9% sopra €10)
spesa €2: POS €0 e IVA €0,44
spesa €11: POS €0,099 (9,9 centesimi) e IVA €2,42
POS Intesa Sanpaolo/NEXI (€0 fino a €10 | 0,79% sopra €10)
spesa €2: POS €0 e IVA €0,44
spesa €11: POS €0,0858 (8,58 centesimi) e IVA €2,42
POS Axerve (€0 qualsiasi cifra con canone mensile €17/€22, oppure 1% senza canone)
spesa €2: POS €0 IVA €0,44
spesa €11: POS €0,00 (0,00 centesimi) con canone oppure €0,11 (11 centesimi) senza canone e IVA €2,42
POS Qonto SmartPOS (€0 fino a €10 | 0,99% sopra €10)
spesa €2: POS €0 IVA €0,44
spesa €11: POS €0,1089 (10,89 centesimi) e IVA €2,42
POS Satispay (€0 fino a €10 | €0,20 fissi sempre sopra €10)
spesa €2: POS €0 IVA €0,44
spesa €11: POS €0,20 (20 centesimi) e IVA €2,42
Le suddette offerte comunque, con esempi sia per pagamenti di €2 che maggiori di €10, possono comunque essere negoziate al ribasso e rese più convenienti, sulla base ad esempio della mole del transato POS o del fatturato dichiarato.
Inoltre, in tutti i casi in Italia è previsto un credito di imposta del 30%: vale a dire che del totale pagato in commissioni, il 30% viene rimborsato dallo Stato, abbassando dunque al 70% qualsiasi cifra quantificata sopra.
In sostanza, da questa velocissima schematizzazione matematica, il costo del POS non sembra impattare affatto sulle piccole spese come invece millantato da certa propaganda, mentre a me salta subito all'occhio la percentuale più fastidiosa e che incide maggiormente in caso di pagamenti elettronici: quella insopportabile aliquota al 22%, che il commerciante può serenamente evitare ricevendo la tua monetina da €2 e restituendo in cambio non lo scontrino ma un più piacevole sorriso ed un caldo augurio di buona giornata.
E non chiamateli evasori: loro sono eroi!
+++ Aggiornamento +++
Ho in effetti commesso un errore di valutazione nell'esempio specifico del caffè, poiché in Italia l'aliquota IVA per il cibo è pari al 10%, mentre il 22% vale per prodotti e servizi offerti da tassisti, stabilimenti balneari, medici specialisti e tutti quegli imprenditori che dichiarano meno dei dipendenti - come testimoniavano anche gli ormai aboliti Studi di Settore - perché loro sì che lavorano per beneficienza, e guai a pensare che sia assurdo.
E d'altronde, in Italia si sa che "la fattura la fanno le streghe". E che sia 5%, 10% o 22%, siamo tutti d'accordo che 0 sia meglio, no?
Fonti: UniCredit